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16 settembre 2006

 

FOOD MARKETING ED OBESITA' INFANTILE:
UNA RELAZIONE PERICOLOSA ...

 

Un recente articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine ha messo in luce le possibili relazioni esistenti tra le strategie di marketing dell'industria alimentare ed il preoccupante sviluppo dell'obesità infantile che si verifica in tutti i paesi industrializzati. Infatti la percentuale di bambini obesi è aumentata di 2-3 volte e parallelamente è aumentata anche l'incidenza del diabete mellito tipo 2 in età pediatrica ed adolescenziale.

Uno studio dell’Institute of Medicine (IOM) sul marketing dei prodotti alimentari rivolto ai bambini e agli adolescenti ha rivelato una stretta relazione tra le strategie di marketing, il consumo, da parte dei bambini, degli alimenti pubblicizzati e lo sviluppo dell'obesità infantile. Marion Nestle, autrice dell’articolo, lancia un’accusa precisa alle strategie di marketing delle industrie alimentari che si rivolgono a bambini troppo piccoli e li inducono a mangiare cibi di qualità nutrizionale molto scadente (poveri di nutrienti e ad elevata densità calorica).

Dei 600 nuovi prodotti introdotti nel mercato dal 1994

  • 1 su 4 è costituito da alimenti "salutari" (prodotti da forno, cibo per l'infanzia, etc)
  • 2 su 4 sono costituiti da caramelle e gomme da masticare
  • 1 su 4 è costituito da dolciumi e merendine salate.

Almeno il 30 per cento delle calorie nella dieta media infantile è costituito negli USA da dolciumi, bibite gasate, spuntini salati e cibo da fast food. Le conclusioni dell'analisi dell'IOM ha documentato la responsabilità del marketing nell’influenzare le scelte alimentari dei più giovani; le aziende studiano in profondità i meccanismi psicologici delle scelte comportamentali ed alimentari dei bambini in età prescolare e quelli delle loro madri. Ai consueti canali di pubblicizzazione all’infanzia, come la televisione, si sono aggiunti altri strumenti come giocattoli, videogiochi, canzoni e film, SMS ed internet.

Un aspetto ancora più preoccupante ed insidioso è che in queste campagne, il messaggio diretto ai bambini è anche finalizzato a sminuire le scelte dei genitori insinuando che gli adulti non conoscano i reali bisogni del bambino e che lui stesso abbia la capacità e il diritto di scegliere che cosa mangiare.

In molti paesi sono state messe in atto restrizioni al marketing alimentare diretto ai bambini. In Australia è vietato effettuare pubblicità diretta a giovani di età inferiore ai 14 anni, mentre in Olanda questo limite è portato a 12 anni; in Svezia i personaggi dei cartoni animati non possono pubblicizzare alimenti per bambini e altre norme che limitano la pubblicità di questo tipo in televisione sono state implementate in 50 Paesi. Negli Stati Uniti si è fatto poco sinora, e l’unica limitazione riguarda il tempo concesso per questo tipo di pubblicità.

Bibliografia.
Nestle M. Food Marketing and Childhood Obesity — A Matter of Policy. N Engl J Med 2006;354:2527-29.

 
 
 
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