La retinol binding protein-4 (RBP4) appartiene alla famiglia delle proteine leganti il retinolo, la cui unica funzione nota, fino al 2005, era il trasporto del retinolo e dei suoi metaboliti nel circolo ematico e nel citoplasma cellulare. Un articolo pubblicato sulla rivista Nature nel luglio 2005 dal gruppo di Barbara Kahn (Harvard Medical School, Boston, USA) ha dimostrato che questa proteina viene anche secreta dall'adipocita e svolge un importante ruolo nello sviluppo dell'insulino-resistenza. Il successivo articolo pubblicato dallo stesso gruppo sul New England Journal of Medicine del 15 giugno, estende i dati precedentemente riportati nel topo, alla popolazione umana ed in particolare ai soggetti obesi e diabetici. I risultati mostrano come i livelli circolanti di RBP4 siano aumentati nei soggetti obesi e nei diabetici. E' inoltre interessante osservare come i livelli di RBP4 siano aumentati anche in soggetti normopeso e non diabetici, ma con familiarità per diabete tipo 2. L'intervento sullo stile di vita condotto nello studio (esercizio fisico) ha determinato la riduzione della RBP4 circolante solo nei soggetti che miglioravano la sensibilità insulinica. Infine i livelli di espressione negli adipociti di GLUT4 erano inversamente proporzionali ai livelli circolanti di RBP4. Questo interessante articolo conferma anche nell'uomo un importante ruolo per questa nuova adipochina nella patogenesi dell'insulino-resistenza e del diabete tipo 2.

TITOLO. Proteina legante il retinolo-4 (RBP4) ed insulino-resistenza in soggetti normopeso, obesi e diabetici.

BACKGROUND.L'insulino-resistenza ha un ruolo etiopatogenetico nel diabete tipo 2. I livelli circolanti di proteina legante il retinolo-4 (RBP4), una proteina secreta dagli adipociti, sono aumentati negli stati di insulino-resistenza. Esperimenti condotti nel topo suggeriscono che elevati livelli di RBP4 provocano insulino-resistenza.

SCOPI. Lo scopo di questo studio è determinare se i livelli di RBP4 siano correlati all'insulino resistenza e se si modifichino dopo un intervento che migliora la sensibilità insulinica. Abbiamo inoltre determinato se gli elevati livelli di RBP4 siano associati a ridotta espressione del trasportatore del glucosio GLUT4 negli adipociti, un elemento patologico precoce dell'insulino-resistenza.

METODI. Abbiamo misurato la RBP4 serica, l'insulino resistenza e le componenti della sindrome metabolica in tre gruppi di soggetti. Le misurazioni sono state ripetute in un gruppo dopo un programma di training di esercizio fisico.La proteina GLUT4 è stata misurata in adipociti isolati.

RISULTATI. I livelli serici di RBP4 correlano con la gravità dell'insulino-resistenza nei soggetti obesi con ridotta tolleranza glucidica o diabete tipo 2 ed anche nei soggetti non obesi e non diabetico con una elevata familiarità per diabete tipo 2. Elevati livelli di RBP4 erano inoltre associati alle componenti della sindrome metabolica, in particolare ad aumentato BMI, aumento del WHR, livelli di trigliceridi, pressione sistolica e ridotto HDL-colesterolo. L'esercizio fisico ha determinato riduzione della RBP4 serica solo nei soggetti obesi in cui migliorava la sensibilità insulinica. L'espressione proteica del GLUT4 e l'RBP4 serica erano inversamente correlati.

CONCLUSIONI. RBP4 è una proteina secreta dall'adipocita ed i suoi livelli circolanti sono aumentati prima dello sviluppo del diabete, sembra identificare una condizione di insulino-resistenza e si associa a fattori di rischio cardiovascolare nelle diversi gruppi da noi studiati. Questi dati forniscono un rationale per la ricerca di terapie antidiabetiche che riducano i livelli circolanti di RBP4.

Fonte.
Graham TE, Yang Q, Bluher M, Hammarstedt A, Ciaraldi TP, Henry RR, Wason CJ, Oberbach A, Jansson PA, Smith U, Kahn BB. Retinol-binding protein 4 and insulin resistance in lean, obese, and diabetic subjects. N Engl J Med. 2006 Jun 15;354(24):2552-63.

Yang Q, et al.Serum retinol binding protein 4 contributes to insulin resistance in obesity and type 2 diabetes. Nature. 2005 Jul 21;436(7049):356-62.

Traduzione e commento a cura di Claudio Pagano, Clinica Medica 3, Università di Padova