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15 aprile 2008

 

ANTAGONISTI DEI RECETTORI CB1,
IL PUNTO DUE ANNI DOPO L'APPROVAZIONE DI RIMONABANT

 

La commissione europea ha autorizzato la commercializzazione di rimonabant, primo farmaco antagonista del recettore tipo 1 dei cannabinoidi (CB1) per la cura dell’obesità il 19 giugno del 2006 dopo che l’EMEA si era favorevolmente espressa nell’aprile dello stesso anno.

Si tratta di un farmaco che apre la strada ad una nuova classe di molecole che agiscono sul sistema endocannabinoide, un complesso network di mediatori lipidici tissutali ad azione paracrina, iperattivo nell'obesità sia a livello ipotalamico che nei tessuti periferici.

A due anni dalla prima approvazione il farmaco è disponibile sul mercato di 12 paesi europei (tra cui Germania, Regno Unito, Spagna, Svezia, Finlandia, Norvegia) ed è disponibile o già registrato in decine di paesi nel mondo. In Italia il farmaco ha ricevuto l'approvazione definitiva dal Ministero della Salute e verrà commercializato nelle prossime settimane. In Francia, Svizzera, Grecia e nei paesi scandinavi (Danimarca, Norvegia, Svezia) ha ricevuto la rimborsabilità, globale o limitata a pazienti con rischio particolarmente elevato, da parte del servizio sanitario nazionale. Anche il National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) inglese ha raccomandato la rimborsabilità di rimonabant da parte del Servizio Sanitario Nazionale in Gran Bretagna.

La Food and Drug Administration (FDA) non ha ancora autorizzato la commercializzazione di rimonabant negli USA, preoccupata degli effetti collaterali sulla sfera psichiatrica, in particolare l’ansia e la depressione del tono dell’umore. Una recente metanalisi degli studi randomizzati e controllati con rimonabant 20 mg ha confermato l’aumento della prevalenza di questi disturbi.

Da qui la necessità clinica di individuare, prima dell’inizio della terapia, i pazienti che potrebbero sviluppare depressione del tono dell’umore durante il trattamento. Va comunque precisato che una rivalutazione del rapporto rischio-beneficio di rimonabant da parte dell’EMEA nel luglio 2007 ha concluso che i benefici del farmaco superano i suoi rischi, indicando la necessità di escludere dal trattamento pazienti con depressione maggiore o in trattamento con farmaci antidepressivi.

Pochi giorni fa sono stati pubblicati sul Journal of the American Medical Association i risultati dello studio STRADIVARIUS, una importante sperimentazione con lo scopo di dimostrare l'effetto di rimonabant sul volume della placca coronarica in pazienti con stenosi coronarica sottoposti a coronarografia ed ecografia endovascolare (IVUS). Dei due parametri che misuravano la variazione del volume della placca, uno è risultato significativamente migliorato da 18 mesi di trattamento con rimonabant mentre il secondo non ha raggiunto la significatività statistica. Complessivamente i dati di questo studio non possono ancora considerarsi conclusivi, ma sono molto promettenti nell'indicare un ruolo di rimonabant nel migliorare il danno aterosclerotico nella coronaropatia.

In questi due anni il farmaco è stato utilizzato in circa 500.000 pazienti in Europa e, secondo i dati diffusi dall’agenzia di farmacovigilanza del ministero della salute francese, la prevalenza di effetti collaterali segnalati è del 0.07% per sindromi depressive e del 0.035% per ansia con un totale di 0.27% di prevalenza totale di effetti collaterali.

Un secondo farmaco appartenente a questa classe di molecole è in corso di studio. Si tratta di taranabant, anch'esso antagonista del recettore CB1 di cui sono stati pubblicati solo studi preliminari (fase 1-2), ma a breve saranno resi noti i risultati degli studi di fase 3.

 

I trial clinici di fase 3 e fase 4 di rimonabant: RIO-lipids, RIO-Europe, RIO-North America, RIO-Diabetes, Stradivarius

 
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