20 marzo 2009
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UN ENZIMA CHIAVE NELL'ASSORBIMENTO INTESTINALE PUO' MODIFICARE IL DESTINO METABOLICO DEI GRASSI. Una possibile strategia per l’Obesità |
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Scienziati del Gladstone Institutes of Cardiovascular Disease (GICD) di San Francisco (USA) hanno scoperto che un enzima chiave dell’assorbimento dei grassi nell’intestino può essere uno strumento per ridurli. L’enzima, l’acil-CoA monoaciltransferasi-2 (Mgat2) si trova nell’intestino e svolge un ruolo essenziale nell’assorbimento dei grassi alimentari attraverso uno step critico nella sintesi dei trigliceridi. I trigliceridi rappresentano circa un terzo dei grassi assunti con la dieta nei paesi sviluppati. I ricercatori del laboratorio del dr Robert Farese hanno scoperto che topi geneticamente modificati, che mancano della Mgat2, rimangono normopeso anche se alimentati con dieta ad alto contenuto di grassi, una dieta simile a quella assunta dalla maggior parte degli americani ed europei. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sull’ultimo numero della rivista Nature Medicine. Questi topi non presentano neppure le conseguenze metaboliche della dieta grassa come l’intolleranza agli zuccheri, l’aumento dei grassi nel sangue e la steatosi epatica. Questi topi mangiavano la stessa quantità di calorie degli altri animali e le calorie venivano completamente assorbite. “Poichè i topi che mancano di questo enzima non ingrassano neppure se sottoposti a dieta grassa, questo può rappresentare un possible bersaglio per interventi di tipo farmacologico per prevenire l’aumento di peso ed I problemi associate all’eccesso di peso” afferma il dr Farese. Il meccanismo d’azione che i ricercatori hanno identificato è che la mancanza di Mgat2 può ridurre e ritardare l’assorbimento dei grassi nell’intestino tenue e ritardando quindi il loro ingresso nel sangue. Questo meccanismo dissocerebbe l’assorbimento dei lipidi da quello dei carboidrati e dalla secrezione insulinica. Questo avrebbe come conseguenza la riduzione della quantità di grasso che viene immagazzinata. Come questo avvenga non è chiaro. Un’ipotesi è che i grassi assorbiti vengano preferenzialmente indirizzati verso tessuti che li ossidano anziche verso il deposito. “Differenze nell’espressione di Mgat2 nell’intestino possono contribuire alla maggiore propensione ad ingrassare di alcune persone quando assumono alimenti ricchi di grassi” afferma Eric Yen, primo autore dello studio. “I nostri risultati suggeriscono che bloccare questo enzima nell’intestino possa essere un metodo promettente per curare le conseguenze metaboliche che derivano dall’eccessivo consumo di grassi” |
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