30 novembre 2011 |
Orlistat sotto la lente |
L'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha avviato una revisione dei medicinali antiobesità contenenti orlistat per determinare se casi molto rari di danno epatico abbiano un impatto sul profilo beneficio-rischio e sulle condizioni di utilizzo di questi farmaci [1]. La più recente analisi presentata inerente tutti i casi di eventi epatici riportati con orlistat 120 mg tra l'8 agosto 2009 e il 31 gennaio 2011, ha identificato un totale di 21 casi sospetti di cui 4 casi di tossicità epatica grave (un caso fatale di insufficienza epatica, un caso di insufficienza epatica che ha portato a trapianto di fegato, un caso di esacerbazione dell'epatite e un caso di epatite). Complessivamente, tra il 1997 e gennaio 2011 si sono verificati 21 casi di sospetta tossicità epatica grave per i quali un nesso di causalità con Orlistat non può essere escluso, sebbene questi casi non forniscano una forte evidenza sull'associazione con Orlistat e in molti dei casi sono presenti cause alternative di danno epatico. Inoltre, il numero di casi deve essere considerato nel contesto di un'esposizione cumulativa a questi medicinali in 38 milioni di pazienti. A titolo di confronto nel Regno Unito il tasso di mortalità dovuto al paracetamolo, farmaco di libera vendita, è variato tra il 1993 e il 2004 da un minimo di 4,5 decessi per milione di abitanti del 2002 a un massimo di 8,8 decessi per milione del 1997 [2]. Rapportando questi dati all'Italia, si può stimare che il numero delle persone morte ogni anno nel nostro Paese a causa del paracetamolo, vari da circa 300 a oltre 500. La mortalità del paracetamolo è dovuta, soprattutto, a epatiti fulminanti che, nei casi non mortali, comportano trapianti di organo [3]. Inoltre tutte le procedure di tipo estetico hanno un certo grado di rischio che il paziente, debitamente edotto, può liberamente decidere di accettare. In pratica, una persona può decidere di sottoporsi a pratiche mediche non ai fini curativi, assumendosene i rischi, senza che nessun organo nazionale o europeo possa intromettersi. L'obeso, invece, non può assumersi il rischio, peraltro non dimostrato, di prendere un farmaco per dimagrire. Perché? Vi è un'unica spiegazione possibile: la convinzione che l'obeso si faccia già del male da solo perché, mangiando meno e facendo attività fisica, potrebbe benissimo controllare il proprio peso e bisogna impedirgli di farsi ulteriormente del male assumendo un farmaco potenzialmente pericoloso. Una sorta di tutela per un individuo non in grado di gestirsi da solo. Come per un minorato mentale. Questa posizione non ha nessuna base scientifica ed è una scelta politica piuttosto che scientifica. a cura di Gianleone Di Sacco, SIO-Lombardia |
Bibliografia |
1. European Medicines Agency starts review of orlistat-containing medicines. (vedi www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/Press_release/2011/09/WC500112798.pdf.) |
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