Il consumo di cibi meno costosi, che caratterizza l'alimentazione delle fasce più povere in un periodo di crisi economica, va a discapito della qualità degli alimenti. E paradossalmente spendere meno può portare a ingrassare. La relazione sembra abbastanza semplice da comprendere: i prodotti più economici, più spesso contengono una elevata percentuale di grassi e spesso di grassi di scarsa qualità nutrizionale.
Secondo il rapporto dell’Istat sui consumi del 2007 , sono sensibilmente calati i consumi di frutta, verdura ed olio d’oliva, mentre in parallelo l’Istituto Superiore di Sanità annuncia l’incremento del numero di italiani affetti da obesità.
Gli alimenti tipici della dieta mediterranea - frutta, verdura, olio d'oliva, pesce - sono mediamente più costosi di cibi confezionati ricchi di zuccheri semplici e grassi. L'equazione pochi soldi uguale cibi di bassa qualità può essere però scardinata spendendo meno e mangiando comunque in modo sano. Consumare frutta e verdura di stagione, comunemente di costo minore e qualità nutrizionali migliori, evitare di acquistare cibi in più del necessario, prediligere legumi e pesce azzurro, può riempire i carrelli della spesa ad un costo accettabile e migliorare la qualità dell'alimentazione.
Selezione di Articoli e Review sulla Sindrome Metabolica dalle Riviste del Nature Publishing Group