L'omino Michelin si mette a dieta
di Obelix
Padova, 20 febbraio 2007 - L’omino Michelin, una delle più famose icone della pubblicità, ha deciso di dimagrire. In occasione del lancio della nuova campagna pubblicitaria, Thierry Rudloff - responsabile marketing della compagnia francese – ha annunciato che il ritorno dell’omino pneumatico sarà accompagnato da un restyling che lo porterà a perdere il 20% del volume e che lo renderà più magro e grintoso, in linea con le tendenze della società moderna, sempre più attenta al problema del peso.
Rispetto alla sua versione «storica» l’omino simbolo della Michelin – lanciato nel 1905 e votato icona numero uno della pubblicità in un sondaggio del 2000 - è più energico e scattante. La compagnia ha deciso di riproporlo nello scenario mondiale della pubblicità sulla scia di una ricerca che ne ha evidenziato la grande popolarità: in un paese come la Gran Bretagna è riconosciuto da circa l’83% del pubblico.
"L'abbiamo aggiornato. Per noi è un bene molto prezioso. Gli abbiamo fatto fare la dieta per tenere il passo con i cambiamenti della società", spiega Rudloff - annunciando il grande ritorno del "Michelin Man" che per oltre un secolo ha reclamizzato i pneumatici francesi. Nella versione "dimagrita" è già stato utilizzato a scopi promozionali nell'Estremo Oriente, dove la sua ciccia di troppo rischiava di avere un impatto controproducente sul pubblico asiatico.
Questa notizia del mondo della pubblicità e del marketing, apparentemente leggera, offre lo spunto per alcune riflessioni sul rapporto tra società contemporanea e pubblicità. Nonostante il mondo medico e scientifico da anni lanciano segnali di allarme sulle conseguenze dell'eccesso di peso sulla salute, la società è rimasta a lungo sorda a questi messaggi.
L'eccessiva alimentazione, la sedentarietà e l'eccesso di peso sono considerati, in ampie fasce della popolazione, ancora un simbolo di benessere, salute ed agiatezza. In altri termini l'obesità ha finora veicolato un messaggio “positivo” e questo spiega probabilmente il successo e l'efficacia per oltre un secolo dell'omino Michelin e di altre icone pubblicitarie.
La decisione dell'azienda di pneumatici francese di modificare l'immagine del suo testimonial può essere letta come un segnale che il consumatore inizia ad attribuire un significato negativo al grasso e che qualcosa di più profondo sta mutando nella società. Certamente il mutamento di Bibendum (questo il nome della mascotte degli pneumatici, dal motto di Orazio nunc est bibendum che campeggiava sul primo manifesto pubblicitario) può essere letto come l'ennesima vittoria di un certo edonismo che vuole nascondere, anche nella pubblicità, l'immagine sconveniente di una malattia, perchè tale è l'obesità.
Nessun pubblicitario di buon senso affiderebbe il proprio messaggio a un testimonial visibilmente malato. Leggere, però, il cambiamento di forma dell'omino Michelin solo come una vittoria della dittatura della forma fisica – come ha scritto Maria Laura Rodotà sul Corriere della Sera del 16 febbraio – significa essere ciechi di fronte alla realtà che mette sotto i nostri occhi bambini obesi destinati a diventare adulti obesi. Questi, nel corso della loro vita, avranno un che fare con le conseguenze dell'obesità e sulla loro salute, ma non solo. Diabete, infarto, ictus, malattie del fegato e respiratorie, discriminazioni sul lavoro, penalizzazioni nei rapporti interpersonali sono solo alcuni dei problemi che essi dovranno affrontare.
Il vero messaggio che il dimagrimento del simpatico omino pneumatico ci propone è che i tempi sono ormai maturi perchè il vecchio detto “grasso è bello” sia sostituito dalla constatazione che “grasso è malato”. Ma se questo ce lo dice la pubblicità, probabilmente il mutamento è già avvenuto.